La demenza in cifre in Emilia-Romagna

Una stima di prevalenza, incidenza e impatto della demenza nel 2017 sulla base dei flussi correnti

Secondo il più recente rapporto dell’OCSE sulla demenza (12 giugno 2018), nonostante il miglioramento nella raccolta di dati sulla demenza sia riconosciuto come azione chiave in vari piani di intervento e piani strategici nazionali e internazionali, pochi Paesi hanno sistemi di dati in grado di generare il tipo di informazione fondamentale per lo sviluppo di politiche basate sull'evidenza e per la misurazione dei progressi verso obiettivi definiti.

Ad ottobre 2017 la Conferenza Unificata tra il Governo, le Regioni e le Province autonome ha approvato le “Linee di indirizzo nazionali sull'uso dei sistemi informativi per caratterizzare il fenomeno delle demenze”. Nel documento viene promosso l’utilizzo di tecniche di record-linkage per la costruzione di archivi integrati per la demenza, che consentano di descriverne l’epidemiologia e di valutare - in termini di efficacia, appropriatezza, equità - le cure erogate o le prestazioni fornite.

L’analisi pubblicata dall'Agenzia sanitaria e sociale regionale è finalizzata a stimare l’epidemiologia della demenza in Emilia-Romagna nel 2017 sulla base delle indicazioni nazionali e a valorizzare il patrimonio informativo sviluppato e le competenze di analisi maturate a livello locale in questi ultimi anni.

Sono stati identificati 72.201 individui con demenza (di cui 70.479 con età ≥ 65 anni) residenti in Emilia-Romagna nel 2017. La prevalenza di periodo nell’anno considerato è risultata essere 18,5 per mille abitanti (12,5 nei maschi e 24,1 nelle femmine); negli ultra 65enni è 62,8 per mille abitanti (46,4 nei maschi e 75,4 nelle femmine). La prevalenza puntale di demenza al 31 dicembre 2017 è risultata essere 14,5 per mille abitanti ( 9,4 nei maschi e 19,3 nelle femmine).

I nuovi casi di demenza registrati nel 2017 sono stati 18.168. Il tasso d’incidenza di demenza nel 2017 è risultato essere 4,7 per mille abitanti (3,6 nei maschi e 5,6 nelle femmine).

Dal confronto delle stime della prevalenza puntuale con quelle della prevalenza di periodo emerge un differenziale di 16.804 persone;  per la pianificazione e programmazione delle politiche regionali si ritengono pertanto più informative le seconde, in quanto corrispondenti al numero di persone delle quali il Servizio sanitario regionale si è fatto realmente carico nell’arco di un anno.

 

 

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ultima modifica 2018-11-06T17:33:45+02:00
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