Dossier n. 89/2004 - Promozione della salute per i disturbi del comportamento alimentare

Descrizione/Abstract:

STAMPA ESAURITA

 

Nel marzo 2000 l’Assessorato alla sanità della Regione Emilia-Romagna, nell’ambito della riorganizzazione dei servizi per la salute mentale prevista dal Piano sanitario regionale 1999-2001, ha inviato alle Aziende sanitarie indirizzi contenenti le Linee sull’organizzazione dei servizi per i disturbi del comportamento alimentare.

Nel 2002 è stata condotta una rilevazione sullo stato di attuazione della direttiva suddetta attraverso un’indagine presso le Aziende sanitarie della regione (44 strutture rispondenti) e le strutture private (4 strutture rispondenti) che operano in questo settore. Fra le strutture indagate, 13 erano ospedaliere, 16 del Dipartimento di salute mentale, le rimanenti appartenevano ad altre realtà territoriali (distretto, consultori, ecc.).

L’indagine era volta a studiare aspetti di tipo epidemiologico e organizzativi sulle tipologie di strutture coinvolte e sulle modalità assistenziali (ricovero ospedaliero, day hospital, ambulatorio) offerte alle diverse tipologie di disturbi del comportamento alimentare - DCA (anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da alimentazione incontrollata - Binge Eating Disease, ecc.) a seconda della gravità e complessità dei disturbi.

I risultati sono stati elaborati presso il Servizio di salute mentale dell’Assessorato alla sanità dell’Emilia-Romagna e sono stati valutati dal Gruppo tecnico regionale di monitoraggio e coordinamento sui DCA. Il Gruppo, al quale hanno partecipato gli esperti regionali del settore, ha inoltre esaminato il materiale allegato dalle Aziende, al fine di valutarne la reale coerenza con gli obiettivi fissati dalla direttiva regionale e la loro eventuale riproducibilità.

Sulla base dei risultati e delle recenti acquisizioni scientifiche, il presente documento pone approfondite considerazioni e proposte per il miglioramento dell’assistenza alle persone con disturbi del comportamento alimentare, sia in termini di efficacia clinica che di adeguamento organizzativo, in particolare sui seguenti punti:

  • diagnosi;
  • offerta terapeutica;
  • appropriatezza clinica;
  • età dei pazienti con disturbi del comportamento alimentare;
    sistema informativo;
  • prevenzione / promozione della salute / correzione dei fattori di rischio;
  • continuità del percorso assistenziale integrato;
  • collaborazione con il privato;
  • aspetti amministrativi;
  • il Programma DCA;
  • formazione e aggiornamento. Il documento è completato da alcuni allegati tecnici.

In sintesi, sulla base dei risultati dell’indagine ad hoc (3.235 pazienti in carico/anno; 1.570 nuovi pazienti/anno) e di quanto riferito dalla corrente letteratura accreditata, emergono le seguenti considerazioni.

  • Il numero di 2.795 pazienti adulti con DCA seguiti sul territorio regionale da strutture pubbliche e/o private è inferiore alla popolazione “attesa”. Tale discrepanza fra l’osservato e l’atteso è maggiormente evidente per l’età evolutiva, e comunque nella fascia di età più a rischio dei 14-25 anni (1.675 pazienti in carico/anno; 776 nuove diagnosi/anno).
  • Le strutture per adulti con disturbi del comportamento alimentare sono in numero soddisfacente e ben distribuite sul territorio regionale, mentre permane la criticità di strutturati collegamenti in rete. Infatti, ad esclusione di alcune realtà che riferiscono un buon collegamento funzionale fra le strutture per i DCA, nella maggior parte delle situazioni si riscontrano ampi margini di miglioramento per l’integrazione e la continuità assistenziale fra i centri ospedalieri per disturbi del comportamento alimentare e le strutture territoriali (Dipartimento salute mentale, Dipartimento cure primarie) delle Aziende USL di residenza dei pazienti.
  • Per l’età evolutiva (440 pazienti in carico/anno di età inferiore ai 18 anni; 217 nuove diagnosi/anno), in cui solitamente insorgono i primi sintomi dei disturbi del comportamento alimentare, è necessario valorizzare l’impegno delle strutture e dei professionisti esperti riferito sia al numero di pazienti in età evolutiva nelle diverse Aziende rispondenti, sia alle strutture di riferimento per questa fascia di età (Unità operative di pediatria, neuropsichiatria, Consultorio Giovani, ecc.), sia alla eventuale presenza di specialisti per questa fascia di età nei team già esistenti per i disturbi del comportamento alimentare, prevalentemente rivolti all’età adulta. Anche per questa fascia di età e attraverso adeguate iniziative di formazione e aggiornamento, vanno potenziate l’integrazione e la continuità fra le diverse strutture coinvolte nell’assistenza ai DCA in età pediatrica e adolescente.
  • È da potenziare inoltre il coinvolgimento dei medici di famiglia (pediatri di libera scelta, medici di medicina generale) in iniziative di promozione della salute sui disturbi del comportamento alimentare (formazione, aggiornamento, partecipazione alla costruzione di percorsi integrati, ecc.), già raccomandato dalla direttiva regionale del 2000.
  • Al momento, in linea generale non è possibile accertare se l’uso delle strutture e l’offerta degli interventi clinici (diagnostici, terapeutici e riabilitativi) rientrino nei termini della appropriatezza, per insufficienti certezze provenienti dalla letteratura scientifica e per insufficienti informazioni sistematiche sui diversi protocolli locali.

In conclusione, il documento propone:

  • la predisposizione di percorsi aziendali o interaziendali per la continuità dell’assistenza ai disturbi del comportamento alimentare, per garantire l’integrazione della rete fra i professionisti di diverse discipline e per le fasce di età assistite;
  • la costruzione di un sistema informativo regionale orientato al monitoraggio epidemiologico e clinico che nel tempo permetta di migliorare la condotta assistenziale ai pazienti con disturbi del comportamento alimentare;
  • la costruzione di un progetto regionale di formazione sui DCA volto al miglioramento dell’assistenza su tutto il territorio della regione;
  • la revisione e l’adeguamento delle tariffe per uniformare la valorizzazione dell’assistenza ai disturbi del comportamento alimentare nelle diverse realtà regionali, territoriali e ospedaliere, pubbliche e private.

Il presente documento elaborato dal Gruppo tecnico regionale è stato sottoposto alla valutazione delle strutture sanitarie regionali per recepire le ipotesi di fattibilità nelle diverse realtà locali.

È indubbio infatti che una eventuale riorganizzazione dei servizi per questa tipologia di pazienti, specie in età evolutiva, richiede tempo sia per l’impegno di formazione e aggiornamento degli operatori dei servizi coinvolti, sia per il rinnovato sforzo di collaborazione integrata fra operatori di molteplici professionalità chiamati a lavorare insieme, da pari a pari, per il comune obiettivo del miglioramento clinico e organizzativo dell’assistenza alle persone di diverse età con disturbi del comportamento alimentare.

In linea con gli orientamenti del Piano sanitario regionale 1999-2001, il documento è indirizzato agli operatori impegnati nell’assistenza ai DCA quale contributo alla costruzione e condivisione di percorsi comuni per la promozione della salute in Emilia-Romagna.

 

Data di pubblicazione:
01/02/2004
Tipo di pubblicazione:
rapporti, linee guida, documenti tecnici
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ultima modifica 2019-01-17T18:00:34+02:00
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