Laboratorio “I consultori familiari in Emilia-Romagna: quali traiettorie future?”
21 febbraio 2020
Bologna, viale Aldo Moro 21
Il laboratorio si inserisce all’interno di un percorso di ricerca-intervento finalizzato ad interrogare il funzionamento dei Consultori familiari per cogliere nella pratica l’evoluzione della configurazione organizzativa di questi servizi intesi “di frontiera” e delineare nuove traiettorie future basate su prassi condivise e attente ai mutamenti sociali, culturali e organizzativi in corso. I Consultori familiari sono il caso esemplare di condivisione valoriale tra la componente professionale e l’utenza (in particolare i movimenti delle donne).
Il dibattito si è focalizzato sull’importanza di includere l’utente e le sue necessità all’interno del processo di gestione e portare all’interno del lavoro quotidiano dei Consultori le situazioni che si presentano come “reti vive”.
Queste “reti vive”, rappresentano delle sfide ai servizi, in quanto i soggetti non sono subordinati a ciò che i servizi hanno pre-pensato per loro, ma si impongono con modalità differenti, soggettive, rimanendo spesso invisibili agli occhi delle istituzioni e dei servizi.
Il gruppo di lavoro si è interrogato su come rendere visibili questi invisibili, su come lo sguardo dell’altro possa entrare nei servizi e su come sia possibile ampliare qualitativamente le fonti sulle modalità di vita possibili.
La riflessione ha delineato alcune indicazioni utili al percorso di ricerca-intervento. Da un lato, è stata sottolineata la necessità di cambiare lo sguardo e le prospettive diventando “cartografi” (essere cartografi è essere “vivo per le strade”, non la mappa che si produce) e attivando anche una “ricerca interferenza” che sveli quei bisogni che prima erano invisibili pure agli stessi portatori di bisogni.
Sono emerse alcune tecniche adatte a future azioni della ricerca: l’ascolto in sala d’attesa, i diari di campo, la narrazione, il flussogramma.