L’assistenza nel fine vita ai pazienti cronici non oncologici
A un anno dalla pubblicazione relativa all'impatto di Covid-19 sui pazienti cronici dell’Emilia-Romagna (dossier n. 273/2022), un nuovo studio affronta il tema centrale dell’assistenza sanitaria rivolta a questi pazienti: le cure fornite negli ultimi giorni di vita.
Il dossier n. 277/2023 - L’assistenza nel fine vita dei pazienti cronici non oncologici. Emilia-Romagna 2015-2021, prende in esame i principali indicatori della qualità dell’assistenza sanitaria quali: setting di cura al momento del decesso, utilizzo delle diverse tipologie di cure palliative, assistenza ospedaliera, ricorso a procedure chirurgiche maggiori, degenza in unità di terapia intensiva e accessi in pronto soccorso.
Cosa emerge
Le cure fornite ai pazienti cronici non oncologici negli ultimi giorni di vita si differenziano da quelle erogate ai pazienti oncologici, sebbene i loro bisogni assistenziali siano sostanzialmente sovrapponibili: circa l’1,5% dei pazienti affetti da patologie croniche non oncologiche beneficia delle cure palliative in hospice contro il 26% dei pazienti oncologici.
L’assistenza ospedaliera mantiene negli anni la sua centralità, come dimostrano sia l’elevata frequenza dei ricoveri e degli accessi al pronto soccorso che le degenze in terapia intensiva.
È da evidenziare, comunque, una progressiva riduzione negli anni del ricorso all’ospedale, a favore di un graduale aumento nell’uso di cure palliative.
Inoltre, dall’analisi emerge che trattamenti palliativi e assistenza domiciliare integrata negli ultimi giorni di vita, riducono il rischio di ricovero, di accesso al pronto soccorso, trattamenti invasivi e decesso in ospedale.