Efficacia dei farmaci antipertensivi: le nuove evidenze dai grandi studi
La prevenzione di eventi cardiovascolari dipende, oltre che dall'abbassamento pressorio e dal controllo della ipercolesterolemia, anche da meccanismi biochimici specifici per ciascuna classe di antipertensivi.
Nei confronti contro placebo, le prove di efficacia disponibili hanno finora dimostrato che, a parità di abbassamento pressorio (Lancet 2000;356:1955-64):
- i tiazidici e i beta-bloccanti riducono mortalità totale, ictus, scompenso e malattia coronarica;
- gli ACE-inibitori riducono mortalità totale, ictus e malattia coronarica;
- i calcio antagonisti riducono ictus e - come indicatori combinati - eventi cardiovascolari e mortalità cardiovascolare; non riducono invece malattia coronarica, scompenso e mortalità totale.
Nel pacchetto informativo n° 1 erano state presentate due recenti metanalisi di studi controllati randomizzati (Lancet 2000;356:1949-54 e 1955-64) che confrontavano direttamente queste classi di farmaci ed evidenziavano una sostanziale equivalenza di efficacia clinica tra diuretici e/o beta-bloccanti e ACE-inibitori nella terapia antipertensiva di prima linea; l'uso di calcio antagonisti risultava invece associato a una maggiore incidenza di scompenso cardiaco, infarto e malattia coronarica e a una minore incidenza di ictus.
Autore/Autori: CeVEAS
Data: 1/3/2003
Scarica la pubblicazione (1.05 MB)