I farmaci nel dolore persistente. Fibromialgia, osteoartrosi, mal di schiena
Il dolore e un fenomeno complesso che può essere causato da stimoli nocicettivi o originato direttamente nelle strutture nervose preposte alla sua trasmissione (dolore neuropatico); la sua percezione e fortemente condizionata da elementi soggettivi.
Il dolore viene definito cronico o persistente quando e di lunga durata (almeno 3-6 mesi) e permane alla scomparsa dei fattori causali che lo hanno generato; compromette lo stato di benessere dell'individuo e può anche non essere associato a condizioni patologiche ben definibili. I protocolli farmacologici di gestione del dolore persistente in alcuni casi comprendono anche farmaci non propriamente antalgici il cui impiego può risultare efficace in particolari condizioni cliniche (es. la fibromialgia).
Verranno di seguito affrontate le problematiche relative al trattamento farmacologico del dolore di tipo nocicettivo non oncologico in alcune condizioni cliniche di frequente riscontro in medicina generale: la fibromialgia, l'osteoartrosi e il "mal di schiena".
Verranno analizzate le raccomandazioni delle Linee Guida per questi quadri clinici, con specifici approfondimenti ove esistono controversie o farmaci di recente introduzione. Non verranno analizzati altri quadri di dolore persistente come la pancreatite cronica o la cefalea. A
nche se potenzialmente importanti nella gestione del dolore, non fanno parte di questo pacchetto i provvedimenti non farmacologici (terapie fisiche di diverso tipo, agopuntura, elettrostimolazioni, ecc.) o somministrazioni di farmaci attraverso particolari vie (es. intratecale).
Autore/Autori: CeVEAS
Data: 1/9/2010