Ipertrofia prostatica benigna. Benefici e rischi dei farmaci disponibili
Con l'avanzare dell'età tutti gli uomini avvertono cambiamenti nella funzionalità delle basse vie urinarie, la cui rilevanza e tollerabilità sono però estremamente soggettive.
Questo ha indotto i medici francesi a definire l'ipertrofia (iperplasia) prostatica benigna (IPB) uno stato naturale dell'uomo adulto e non una malattia.
In genere fino ai 50 anni d'età, il volume prostatico è stazionario su valori inferiori ai 25 mL, poi progressivamente aumenta. Tuttavia non sembrano esistere precise correlazioni tra le dimensioni della prostata e l'entità dei disturbi riferiti al medico (Lower Urinary Tract Symptoms - LUTS).
Anche sulla precisa definizione e valutazione della progressione dell'IPB vi è poco accordo poiché i LUTS sono variabili nei singoli pazienti. Pertanto nelle fasi iniziali della sintomatologia da IPB, con LUTS di lieve entità, le principali Linee Guida concordano per una strategia di vigile attesa con astensione farmacologica. Quando i LUTS diventano fastidiosi si possono utilizzare due diverse classi di farmaci: gli alfa-bloccanti (o alfa1litici: terazosina, doxazosin, tamsulosina e alfuzosina) e gli inibitori della 5alfa-reduttasi (o 5-ARI: finasteride e dutasteride).
Le due classi di farmaci possono essere utilizzate anche in associazione (terapia combinata).
Questo pacchetto informativo, analizzando gli studi disponibili, si propone di illustrare principalmente:
-
se i diversi principi attivi alfa1litici siano diversamente efficaci e/o ugualmente sicuri;
- quale sia il ruolo dei 5-ARI nel trattamento della IPB, alla luce del loro profilo di beneficio/rischio;
- quale sia il ruolo di una terapia combinata tra alfa1litici e 5-ARI.
Autore/Autori: CeVEAS
Data: 1/2/2007