Prevenzione del trombo embolismo venoso in pazienti non chirurgici
La prevenzione del trombo embolismo venoso (TEV) è ben codificata in ambito chirurgico. Evidenze definite di un favorevole rapporto beneficio-rischio si vanno accumulando anche in molteplici condizioni non chirurgiche prevalentemente in ambito ospedaliero: ad esempio, nei pazienti con patologie acute quali scompenso cardiaco di grado avanzato, BPCO grave o infezioni acute costretti a immobilità prolungata.
Esistono però altri quadri clinici dove le indicazioni alla profilassi del TEV sono meno definite, per mancanza di evidenze solide. Dati epidemiologici raccolti recentemente in ambienti ospedalieri italiani aprono interrogativi sulla omogeneità dei criteri di selezione dei pazienti, sulla durata e sulla efficacia/tollerabilità della profilassi eseguita.
Inoltre le evidenze dei pazienti gestiti esclusivamente sul territorio sono quasi completamente assenti. Nella pratica clinica ci si trova quindi spesso a dover decidere una strategia di prevenzione senza avere strumenti decisionali consolidati.
Questo pacchetto intende pertanto approfondire le evidenze disponibili rispetto:
- al rischio di TEV in pazienti non chirurgici, ospedalizzati e non;
- all'efficacia delle diverse scelte farmacologiche, quali eparine a basso peso molecolare (EBPM) e fondaparinux;
- al profilo di sicurezza della profilassi farmacologica.
Non sono invece oggetto di approfondimento la profilassi del TEV in ambito cardiologico, ostetrico e di cure intensive.
Autore/Autori: CeVEAS
Data: 1/12/2009