Dossier n. 15/1993 - Rischi ambientali, alimentari e occupazionali. Attività di prevenzione e controllo nelle USL dell'Emilia-Romagna. 1991

Descrizione/Abstract:

Quattordici anni or sono il Parlamento della Repubblica italiana approvò con una larghissima maggioranza la legge 833 istitutiva del Servizio sanitario nazionale. Si trattò della fase conclusiva di un lungo processo di lotte politiche e sociali che portò a collocare i problemi della salute pubblica e della sicurezza del lavoro fra i grandi temi della riforma e del rinnovamento dello Stato.

Da tale processo riformatore e di progresso furono investite non solo le istituzioni e le diverse espressioni della società civile, ma la stessa cultura diffusa. La tutela della salute nelle sue diverse espressioni preventive e assistenziali, iniziò ad essere uno dei parametri fondamentali di valutazione della qualità della vita e del lavoro.

Come per tanti altri aspetti dell´evoluzione sociale, il processo riformatore fu disorganico e differenziato per i diversi livelli di penetrazione dei nuovi modelli organizzativi nelle realtà locali; tuttavia - complessivamente - si può affermare che un grande mutamento di rilevanza non solo istituzionale, ma anche antropologico e culturale, investì la realtà socio-sanitaria del nostro Paese e della nostra Regione cambiando i bisogni, la domanda, i livelli di consapevolezza dei cittadini.

Ora, a quattordici anni di distanza, un altro mutamento - in realtà di diverso segno istituzionale e culturale - investe il Servizio sanitario nazionale, minandone le fondamenta nell´ambito di un più complessivo, minaccioso e profondo attacco alle fondamenta dello stato sociale.

Ma poiché siamo interessati non solo a registrare i fatti o a denunciare i processi di restaurazione in atto, ma anche a comprendere e valutare complessivamente le condizioni per una possibile ripresa del processo di innovazione e per la difesa dei risultati raggiunti in tanti anni, dobbiamo considerare con attenzione il quadro normativo che si viene delineando a livello nazionale e regionale al fine di utilizzare tutte le residue potenzialità in senso riformatore.

Se si considera in particolare il settore della prevenzione - globalmente inteso nei suoi aspetti ambientali, igienico sanitari, occupazionali - e se si fa riferimento anche alle situazioni regionali in cui più si è operato con efficacia in questi anni come l´Emilia-Romagna, occorre porre mano a tutte quelle soluzioni e ideazioni organizzative che, pur nell´ambito delle nuove aziende USL e del nuovo «organismo» di prevenzione previsto dall´art. 7 del decreto legislativo 502, assicurino quanto più possibile unitarietà di intenti e di comportamenti sia sul piano programmatorio che operativo.

Su questi temi occorrerà cimentarsi nei prossimi mesi alla ricerca - pur nell´ambito del nuovo quadro normativo - delle soluzioni che maggiormente favoriscono quella globalità dell´approccio uomo-ambiente che continua a costituire l´orizzonte «obbligato» di chiunque voglia seriamente impegnarsi sul piano della prevenzione e del controllo.

Questo il lavoro del futuro prossimo! Un futuro che vorremmo fosse collegato al presente da un preciso carattere di continuità sul versante culturale e professionale, evitando rigorosamente il rischio di abbassare i livelli qualitativi e quantitativi degli interventi nei luoghi di vita e di lavoro.

A tale continuità culturale, pur fortemente minacciata da ideologie prestazionistiche di matrice mercantile, si ispira idealmente la pubblicazione del presente elaborato che contiene in modo analitico i dati relativi all´insieme delle attività di prevenzione svolte in Emilia-Romagna nel 1991.

Una documentazione dunque, anche di natura qualitativa, che ci conferma quanto errato sarebbe, deleterio e pericoloso un abbassamento dei livelli di guardia del sistema prevenzionistico in Emilia-Romagna.

Infatti la pubblicazione dei dati di attività rappresenta sempre una occasione per riflettere su cosa si è realizzato per valutare sia l´efficacia del sistema informativo attivato, sia soprattutto i risultati ottenuti.

La presentazione dell´attività realizzata nel 1991 da tutti i Servizi e Presidi di prevenzione (Servizio igiene pubblica, Servizio di medicina preventiva e igiene del lavoro, Servizio veterinario e Presidio multizonale di prevenzione), assume un rilievo particolare quest´anno anche per un secondo motivo.

Con un forte impegno formativo e organizzativo si sono realizzate integrazioni sempre più solide tra gli operatori di diverse professionalità e tra i Servizi preposti alla prevenzione nei luoghi di vita e di lavoro e si è meglio monitorata l´attività dei Servizi anche tramite indicatori di processo e di risultato sempre più «connotativi» anche affinando gli strumenti di raccolta e di elaborazione dei dati.

Se infatti l´obiettivo finale è quello di valutare la capacità dei Servizi sanitari di contribuire al miglioramento dello stato di salute della popolazione, è indispensabile che tutte le tappe del processo di conoscenza, controllo e bonifica dei fattori di nocività siano «presidiate», per poter avere un quadro completo di come i Servizi operano e di cosa sono in grado di realizzare.

La pubblicazione vuole principalmente presentare l´attività svolta dai Servizi e Presidi di prevenzione, anche se in alcune occasioni si forniscono indicatori di processo, nonché in alcuni casi (Servizi di medicina preventiva e igiene del lavoro) primi possibili indicatori di efficacia. Per altri servizi (Servizi igiene pubblica) la valutazione di qualità è stata oggetto di specifiche rilevazioni (non ancora integrate in un´unica relazione del Servizio) che saranno oggetto di future elaborazioni.

Non tutte le parti in cui è articolato l´elaborato raggiungono lo stesso livello di approfondimento; la sezione relativa ai Servizi veterinari per esempio non è distinta per USL ma presenta l´attività complessiva dei Servizi; alcune parti dell´igiene pubblica (in particolare quella ambientale) e dei Presidi multizonali di prevenzione risentono ancora di problemi connessi alla precisione e all´accuratezza dei dati raccolti, problemi cui si è posto mano nel 1992.

Ma nonostante i limiti sopra evidenziati, si tratta del primo tentativo di leggere complessivamente l´attività dei Servizi e dei Presidi di prevenzione. Uno sforzo che ci appare ancora più lodevole se si considerano le spinte che portano a separare, parcellizzare l´attività dei Servizi di prevenzione e frammentare un impianto organizzativo che con fatica si è cercato di consolidare e di integrare, garantendo estese collaborazioni tra differenti professionalità e i diversi Servizi per affrontare unitariamente i problemi della prevenzione.

Da un punto di vista tecnico sarà altresì importante raggiungere una maggiore tempestività nel fornire ed elaborare i dati di attività per la loro diffusione, in quanto l´anno di ritardo può e deve essere, a nostro parere, ulteriormente ridotto.

Da un punto di vista sociale e culturale occorrerà invece migliorare la capacità di far conoscere ai cittadini l´operato dei Servizi di prevenzione, per non riservare solo ai «tecnici» la valutazione dei risultati raggiunti e per rendere più visibili i rischi ambientali, occupazionali e alimentari cui la comunità è esposta.

L´impegno nostro ad ogni livello, istituzionale e tecnico, è quello di operare perché non solo i dati del 1992, ma anche quelli dell´anno appena iniziato, possano continuare ad essere espressione di strutture organizzative qualificate interne al Servizio sanitario nazionale, integrate il più possibile nei loro aspetti sanitari e ambientali.

 

Data di pubblicazione:
01/03/1993
Tipo di pubblicazione:
rapporti, linee guida, documenti tecnici
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ultima modifica 2013-02-15T16:40:00+01:00
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