Dossier n. 52/2001 - Dipendenze patologiche. Rapporto tecnico per la definizione di obiettivi e strategie per la salute
- Descrizione/Abstract:
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STAMPA ESAURITA
Nel 1995, con il Progetto regionale tossicodipendenze, è stato istituito un sistema pubblico-privato dei servizi per le tossicodipendenze. A questo sistema partecipano strutture pubbliche (Dipartimenti o Programmi dipendenze patologiche - SerT), del privato sociale (Enti ausiliari, noti come Comunità terapeutiche), associazioni di volontariato, Enti locali. Questo assetto organizzativo è alla base anche della programmazione per il prossimo triennio.
In Emilia-Romagna si stima siano presenti 20.590 consumatori abituali di eroina con bisogno di assistenza socio-sanitaria da parte dei Servizi per le tossicodipendenze. La mortalità per overdose, seppure in calo, è ancora elevata.
Le stime che riguardano le alcoldipendenze mostrano come il consumo medio pro capite risulti in costante calo negli ultimi anni (nel 1994 era di 36 g di alcool anidro/die per i maschi e 10 g/die per le femmine). La mortalità alcolcorrelata è stata stimata nel 1994 attorno ai 3.200 decessi/anno.
Sull’uso delle cosiddette nuove droghe si stima infine che in Emilia-Romagna vi siano 36.000 giovani che fanno un uso occasionale di ecstasy, e 11.700 giovani che ne fanno un uso regolare (almeno settimanale).
Nel 1999 i SerT hanno avuto in carico 9.422 dipendenti da sostanze illecite, di cui 1.937 nuovi utenti. L’eroina è la sostanza di abuso principale per 7.629 utenti, i cannabinoidi lo sono per 644 e l’ecstasy per 102. Va inoltre considerato come negli anni sia progressivamente aumentata la presa in carico di utenti alcoldipendenti, con un totale per il 1999 di 2.432 utenti. L’utenza complessiva è di 11.854 unità; tra questi la percentuale di dipendenti da eroina è il 64%.
Tali dati dimostrano come i SerT, pur occupandosi in prevalenza di questo problema, sempre di più si stiano attrezzando per divenire punto di riferimento per tutte le dipendenze.
In Emilia-Romagna sono presenti 44 SerT, 8 sedi residenziali e 4 sedi semi-residenziali pubbliche. A livello aziendale il coordinamento è affidato al Dipartimento o Programma dipendenze patologiche. Vi sono anche 82 sedi operative (relative a 32 Enti gestori) degli Enti ausiliari (comunemente denominate Comunità terapeutiche). L’offerta da parte delle strutture residenziali e semi-residenziali, pubbliche e private, si è andata in questi anni differenziando, con la comparsa, accanto a strutture comunitarie classiche, di centri di osservazione e diagnosi (uno per provincia) e di strutture per utenti a doppia diagnosi (attualmente uno in regione), in genere cogestiti da AUSL e privato sociale.
In tutte le province è presente una Unità di strada, gestita dall’Azienda USL o da Comuni, spesso in collaborazione con il privato sociale. L’Unità di strada effettua interventi informativi e di riduzione del danno, principalmente diretti ai dipendenti da eroina, e più recentemente ai consumatori di nuove droghe.
Sono inoltre stati attivati in quasi tutte le province Centri di ascolto specificamente dedicati al tema delle nuove droghe e dei nuovi consumi.
In ogni Azienda USL è attivo un Coordinamento tecnico territoriale, al quale partecipano i responsabili dei SerT, degli Enti ausiliari, delle associazioni di volontariato, i tecnici degli Enti locali e dei Nuclei operativi tossicodipendenze della Prefettura.
Gli obiettivi individuati per il prossimo triennio mirano da individuare i bisogni e a modulare l’offerta in relazione a:
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nuove droghe e nuovi consumi,
- alcoldipendenza,
- riduzione del danno.
Strategia comune per la realizzazione di questi obiettivi è quella di implementare i livelli di integrazione tra i servizi dell’Azienda USL interessati (SerT, Servizi infanzia ed età evolutiva, salute mentale, malattie infettive, ecc.), nonché tra Azienda USL e altri Enti pubblici (i Comuni, le Province, le Prefetture, il Tribunale dei minori, le Forze di tutela della sicurezza pubblica) e privati (Enti ausiliari, associazioni di volontariato, cooperative sociali).
Anche il tema della prevenzione è trasversale agli obiettivi sopracitati. Il Protocollo d’intesa tra Regione Emilia-Romagna ed Enti locali riafferma la titolarità dei Comuni in materia di prevenzione primaria, e prevede una sede tecnica di progettazione degli interventi, di norma distrettuale, in capo agli Enti locali con il concorso dell’Azienda USL, del Provveditorato, del volontariato e del privato sociale.
Nuove droghe e nuovi consumi
Gli obiettivi e le azioni per il prossimo triennio possono essere sintetizzati come segue.
- Implementare il livello di conoscenza del fenomeno attraverso: il potenziamento degli Osservatori aziendali, studi di livello provinciale e regionale sul contesto di consumo, ricerche cliniche svolte nei Centri di ascolto ove si rivolgono i consumatori, e il raccordo con l’Osservatorio regionale per la sicurezza stradale.
- Ridurre il numero dei consumatori e diminuire la morbilità e la mortalità correlata all’utilizzo delle sostanze sintetiche, attraverso interventi di prevenzione primaria, secondaria e terziaria. In particolare vanno attivate campagne informative per la disincentivazione all’uso, dirette ai giovani nelle scuole, nei luoghi di lavoro e nelle discoteche. Va incentivato il rapporto con i gestori delle discoteche perché vengano attivati interventi di riduzione dei rischi anche in collaborazione con le Unità mobili. Vanno costituite équipe multidisciplinari su base aziendale.
A livello regionale viene assicurato:
- il coordinamento del Progetto discoteche;
- il coordinamento di una task force regionale con Unità di strada disponibili ad essere presenti nei grandi eventi di raduno giovanile e davanti alle discoteche;
- la formazione di operatori dei SerT, volontari, gruppi di pari, operatori delle discoteche;
- il raccordo con le associazioni di volontariato di pubblica assistenza;
- il coordinamento dei flussi informativi, delle ricerche sul tema;
- la messa a punto di strumenti di valutazione di processo e di risultato.
Alcoldipendenza
Gli obiettivi possono essere delineati come segue.
- Ridurre la prevalenza di consumatori di bevande alcoliche che eccedono i 40 g/die di alcool per gli uomini e i 20 g/die per le donne.
- Ridurre la prevalenza dei consumatori di bevande alcoliche fuori pasto attraverso il perfezionamento della raccolta dei dati epidemiologici, con particolare attenzione alla fascia giovanile, e la promozione di campagne di educazione sanitaria.
- Ridurre e possibilmente azzerare il consumo di alcool in particolari circostanze (ad esempio prima di mettersi alla guida) e in particolari gruppi di popolazione (ad esempio donne in gravidanza, autisti, lavoratori che utilizzano macchinari, ecc.) con azioni preventive coordinate tra Aziende USL, Enti locali e associazioni di volontariato.
- Ridurre la mortalità e la morbilità alcolcorrelata attraverso uno stretto rapporto con i medici di medicina generale e il consolidamento dell’équipe alcologica aziendale che coordini le azioni aziendali ed extra-aziendali sul tema.
Al livello regionale compete:
- la formazione degli operatori;
- la messa a punto di strumenti di valutazione;
- il coordinamento degli interventi relativi al Progetto discoteche;
- il mantenimento dei rapporti con l’Osservatorio regionale per la sicurezza stradale;
- la verifica del fabbisogno di interventi di tipo residenziale e la definizione delle loro tipologie.
Riduzione del danno
Gli obiettivi possono essere delineati come segue.
- Ridurre la mortalità per overdose attraverso l’attuazione di programmi preventivi ed informativi rivolti ai consumatori di sostanze nei SerT, con Unità mobili, all’interno delle strutture residenziali, nel carcere, anche attraverso la fornitura di fiale di naloxone.
- Ridurre la morbidità e la mortalità legata all’uso di sostanze:
- facilitando l’accesso ai servizi e garantendo adeguato supporto socio-assistenziale;
- garantendo l’accesso a programmi comunitari a pazienti in trattamento farmacologico con agonisti;
- promuovendo corsi di informazione ed educazione tra pari;
- potenziando l’intervento delle Unità di strada;
- creando centri diurni per tossicodipendenti, anche attivi;
- incentivando il rapporto dei servizi con le altre istituzioni coinvolte.
Al livello regionale compete:
- la formazione degli operatori;
- la promozione dei rapporti con le Forze dell’ordine;
- la raccolta dei flussi informativi relativi alla mortalità e alle attività di riduzione del danno;
- il coordinamento di ricerche specifiche;
- la prosecuzione del Progetto naloxone;
- la messa a punto di sistemi di valutazione degli interventi.
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- Data di pubblicazione:
- 26/02/2001
- Tipo di pubblicazione:
- rapporti, linee guida, documenti tecnici
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