Dossier n. 56/2001 - La promozione della salute nell'infanzia e nell'età evolutiva. Rapporto tecnico per la definizione di obiettivi e strategie per la salute

Descrizione/Abstract:

 

STAMPA ESAURITA

 

Il Gruppo si lavoro è costituito da esperti del mondo dei servizi socio-sanitari, della scuola, dell’università, delle organizzazioni e associazioni del privato sociale e di altri servizi di assessorati regionali; i documenti base per l’elaborazione di questo Rapporto sono:

  • definizione OMS di salute, Carta di Ottawa, con particolare attenzione a quanto nella nostra realtà può fare riferimento agli obiettivi OMS per il XXI secolo;
  • Piano sanitario nazionale 1998-2000, con particolare riguardo all’obiettivo IV “Rafforzare la tutela dei soggetti deboli”;
  • Piano sanitario regionale 1999-2001, sia per quanto specificamente previsto al capitolo 8 (integrazione sociale e sanitaria) sia per quanto riguarda la logica organizzativa raccomandata dei sistemi integrati in rete, e il quadro delle responsabilità;
  • Delibera regionale Assistenza distrettuale - Linee guida di attuazione del Piano sanitario regionale 1999-2001, che comprende il documento del Gruppo di lavoro sull’assistenza pediatrica distrettuale, sia nei suoi contenuti generali, sia per gli indirizzi specifici per l’assistenza a questa fascia d’età.

 

Le specificità

Le specificità proprie dell’infanzia e dell’età evolutiva possono così sintetizzarsi:

  • mancanza di autonomia e dipendenza dall’adulto, tanto maggiori quanto più si tratta di età precoci;
  • forte dipendenza dai livelli di salute, dai comportamenti e dagli stili di vita della generazione precedente;
  • forte dipendenza delle condizioni di salute del neonato e del bambino nella prima infanzia dal livello di benessere nella vita fetale, e quindi dalla salute materna.

L’infanzia è quindi una fase cruciale e vulnerabile per la salute delle età successive; le condizioni di povertà sociale, culturale, economica e gli ambienti di vita influenzano fortemente la salute dell’adulto di domani.

In Emilia-Romagna non esistono importanti studi sui determinanti negativi di salute in età precoci, né sugli effetti misurabili di tali svantaggi.

Sulla base dei dati analitici e delle specifiche competenze, conoscenze e proposte dei singoli componenti del Gruppo, si è ritenuto di proporre delle considerazioni generali e specifiche sui principali ambienti di vita dei bambini e degli adolescenti, che rappresentano anche i luoghi specifici per la promozione della salute:

  • la famiglia,
  • la scuola,
  • la città e l’ambiente,
  • i servizi territoriali sanitari e sociali,
  • l’ospedale.

 

I comportamenti sociali e le risorse di servizi

In Emilia-Romagna è presente una discreta rete di servizi sociali e sanitari, diffusa e di buona qualità, ma non abbastanza integrata. Ciò comporta difficoltà nel raggiungere gli obiettivi in modo proporzionato alle risorse impiegate.

Esistono anche aree di bisogni emergenti che necessitano di maggiore attenzione, in fase sia di analisi sia di individuazione di strategie. Una delle più importanti è rappresentata dalla disuguaglianza sociale e dalle discriminazioni nelle prospettive di salute del bambino svantaggiato, cioè:

  • il minore con handicap fisico o malattia cronica,
  • il bambino appartenente a nucleo familiare con genitori di basso livello culturale in cui siano presenti altre problematicità (tossicomania, alcolismo, malattia mentale, ecc.),
  • il bambino straniero,
  • il bambino nomade.

Un’altra area particolarmente difficile è quella del disagio psichico nell’infanzia, anche in ragione delle complessità e delle mutazioni dei quadri sintomatologici.

La problematica è complessa e va sicuramente approfondita, affinché un rinnovato impegno culturale e organizzativo renda sempre più appropriata l’offerta dei servizi, favorendo iniziative diffuse per la tutela del minore, e il riconoscimento delle situazioni di rischio e di reale patologia.

 

La strategia

Oltre a offrire interventi programmati per singoli individui, la promozione della salute dell’infanzia e dell’adolescenza, deve tendere a supportare gli attori maggiormente responsabili e a migliorare gli ambienti in cui questi operano. La visione strategica che deve ispirare le politiche per la salute dei prossimi anni può sintetizzarsi come segue.

La promozione della salute nell’infanzia e nell’adolescenza deve:

  • attuare specifici interventi integrati di carattere sociale e sanitario, efficaci e appropriati;
  • favorire la crescita della consapevolezza e della reciproca responsabilità riguardo alle scelte di salute del singolo individuo, dei diversi attori istituzionali e dell’intera collettività;
  • supportare una visione strategica che consideri la Famiglia quale prima, responsabile comunità educante e curante del bambino e dell’adolescente.

Alla Famiglia, sin dal suo nascere, vanno rivolti interventi globali di:

  • informazione e comunicazione,
  • educazione alla salute,
  • sostegno alla genitorialità responsabile,
  • consulenza e appoggio psicologico-relazionale nelle situazioni di disagio di coppia e familiare,
  • assistenza sociale, economica e sanitaria, con particolare riguardo alla prevenzione nei suoi diversi aspetti (primaria, secondaria, riabilitativa, ecc.).

Nell’elaborare politiche per la salute in età pediatrica e adolescente, la programmazione locale e regionale deve orientare i propri sforzi a una reale integrazione dei servizi per il lavoro, per la casa, e attuare tutti gli interventi necessari di carattere sociale, sanitario, educativo (scolastico e non), urbanistico, del privato sociale, ecc., curando anche interventi di corretta comunicazione con la famiglia globalmente intesa, con i suoi singoli componenti e con le associazioni, organizzazioni e istituzioni, pubbliche e private, specificamente interessate.

Si deve diffondere la consapevolezza che la promozione della salute dell’infanzia va perseguita come il massimo dono che una società può offrire alle generazioni future, per raggiungere risultati di salute i cui effetti si estendono a più generazioni.

Le leve culturali e operative per sostenere questa visione sono rappresentate dalla promozione di una cultura di solidarietà responsabile tra enti e istituzioni, attraverso l’integrazione orientata al raggiungimento di risultati di salute che riducano o eliminino i fattori di rischio evitabili.

Il sistema socio-sanitario è chiamato a realizzare una rete tra tutti i servizi di solidarietà per l’infanzia, finalizzata all’individuazione delle famiglie con minori in condizioni di rischio. A tale scopo è fondamentale avviare un flusso informativo regionale che tenga conto delle specificità legate all’età, delle disuguaglianze sociali, culturali ed economiche, con particolare riguardo all’ambiente familiare. Gli obiettivi specifici che sinteticamente costituiscono l’impegno regionale e locale del Patto per la salute dell’infanzia e dell’adolescenza sono illustrati nello schema alla fine di questo capitolo introduttivo (Schema 1).

Il Gruppo intende inoltre raccomandare alla Regione e alle altre istituzioni coinvolte le seguenti azioni di supporto, per dare rapidamente sostanza e visibilità all’impegno globale intrapreso:

  • istituzione di task force di esperti per definire i principali indicatori di salute e di disuguaglianze di salute, finalizzate alla costruzione di un sistema informativo regionale per l’infanzia;
  • istituzione di un centro di documentazione e comunicazione su tutte le iniziative pubbliche e private (editoriali, formative, educative, ambientali, assistenziali, ecc.) di promozione della salute in età evolutiva intraprese a livello locale, regionale, nazionale e internazionale;
  • avvio di un progetto di prevenzione dell’obesità nell’infanzia e nell’adolescenza, proposto quale importante modello di integrazione tra servizi, offerto al bambino e alla sua famiglia, alla scuola, ai mezzi di comunicazione, ecc., per migliorare la qualità della vita del bambino e per prevenire gravi patologie nella vita adulta;
  • avvio di un progetto pilota di sostegno alla famiglia con figlio affetto da sindrome di Down, quale modello da sperimentare e riprodurre;
  • sostegno ai progetti di ricerca su iniziative di miglioramento della qualità assistenziale e promozione della salute per alcune malattie prevenibili o trattabili con diagnosi precoce (vedi screening neonatale);
  • progetto regionale di indirizzo e monitoraggio della identificazione precoce e trattamento delle situazioni a rischio relazionale;
  • istituzione di gruppi di lavoro interdisciplinari, opportunamente incentivati, su alcuni temi specifici di particolare interesse che questo Gruppo non ha potuto approfondire:
    • relazione di attaccamento: linee di indirizzo sulle azioni necessarie per promuoverla soprattutto tra neonati e giovani coppie;
    • screening neonatali, con particolare r iferimento al DPCM del luglio 1999;
    • prevenzione della SIDS (morte improvvisa del lattante): individuazione del rischio e monitoraggio domiciliare;
    • adolescenza: valutazione globale multiprofessionale dei problemi di salute di questa particolare fascia di età, strategie di prevenzione dei rischi e assistenza.

In sintesi, la Regione Emilia-Romagna è impegnata a costruire un piano di politiche per la promozione dell’infanzia e dell’adolescenza in grado di assicurare:

  • a tutti i bambini, la garanzia di vivere in una società responsabile che tutela la salute dei soggetti deboli;
  • all’adulto di domani, il diritto alla salute derivante da un’infanzia serena e senza condizionamenti negativi;
  • alla famiglia, il riconoscimento di essere risorsa fondamentale per l’intera collettività, da sostenere nella sua funzione educativa e affettiva;
  • alla scuola, la responsabilità educativa di interazione con la famiglia e con i servizi, in favore di una comune crescita culturale;
  • alle Aziende sanitarie, il compito di rimodellare i propri servizi perseguendo appropriatezza, equità di accesso ed efficacia, attraverso percorsi trasversali che superano le gabbie organizzative del sistema;
  • agli amministratori locali, l’impegno di una competente pianificazione per operare corrette scelte di politiche per la salute, approfittando delle opportunità in atto;
  • all’Università, il compito di formare professionisti orientati al lavoro per obiettivi, integrato e collaborativo nei diversi ambienti e nelle specifiche discipline, anche in prospettiva interdisciplinare;
  • al privato sociale, a tutte le organizzazioni e associazioni di tutela e volontariato, la valorizzazione delle specifiche attività e la collaborazione con il servizio pubblico, in un’ottica di interdipendenza che favorisca un arricchimento valoriale e sociale, reciproco e per l’intera collettività;
  • alla Regione, l’impegno di vigilare sul perseguimento della qualità, dell’uniformità e dell’equità dei servizi offerti nell’intero territorio regionale, anche attraverso l’istituzione di flussi informativi mirati e condivisi.

Per realizzare pienamente nella sua complessità tale cambiamento strategico e supportare la motivazione e le competenze degli operatori chiamati ad attuare il conseguente riorientamento del sistema sanitario regionale e locale, è necessario un grande impegno di formazione, veicolo della nuova cultura di approccio alle problematiche e alle specificità dell’età.

I principi (parole chiave) cui il testo si è ispirato sono da ricondurre a:

  • responsabilità, come dovere della società di giustificare il risultato delle proprie azioni e la loro ricaduta su soggetti di cui si è accettata consapevolmente per la carica professionale ricoperta, la delega di tutela della salute;
  • rete integrata, sia come modalità operativa dei diversi professionisti di specifici e diversi settori, sia come logica organizzativa di riferimento infra-e interistituzionale;
  • reciprocità, quale valore civico riconosciuto a livello internazionale come caratteristico della cultura della nostra regione, alla base delle grandi acquisizioni sociali.

In sintesi, la rete di reciproche responsabilità è alla base di tutte le logiche qui illustrate, sia nei termini di strutture e settori del sistema sanitario, sia dei diversi attori istituzionali considerati.

 

Data di pubblicazione:
10/05/2001
Tipo di pubblicazione:
rapporti, linee guida, documenti tecnici
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ultima modifica 2013-02-15T17:39:00+02:00
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