Dossier n. 58/2001 - Incidenti stradali. Proposta di Patto per la sicurezza stradale. Rapporto tecnico per la definizione di obiettivi e strategie per la salute

Descrizione/Abstract:

STAMPA ESAURITA

 

Lo stato attuale degli interventi

La situazione attuale della Regione Emilia-Romagna, per molti aspetti analoga a quella descritta a livello comunitario (Parlamento europeo, 1997), è caratterizzata da alcuni elementi.

  • La rilevanza del fenomeno pone le conseguenze socio-sanitarie degli incidenti stradali tra gli elementi di prima grandezza nell’analisi della mortalità e morbilità complessive.
  • Pur con aree di maggiore criticità, il fenomeno ha una diffusione su tutto il territorio regionale, ma con meccanismi generatori che, pur rientrando in alcune grandi categorie presenti su tutta la regione, possono sensibilmente variare per rilevanza e affrontabilità nelle specifiche realtà locali. È importante riconoscere questa condizione perché è alla base della necessità di sviluppare politiche sulla sicurezza stradale calibrate sui reali bisogni locali che, va da sé, occorre essere in grado di rilevare correttamente. Così, a titolo di esempio, se il problema degli incidenti coinvolge prevalentemente cittadini non residenti (perché transitanti sul territorio o in condizione di turisti) le azioni di educazione stradale sulla popolazione residente assumeranno inevitabilmente un peso diverso rispetto a un’altra realtà in cui abbia rilevanza un’incidentalità urbana che coinvolga i residenti. In quest’ultimo caso non sarà privo di conseguenze sulle azioni da sviluppare il conoscere, sempre a titolo di esempio, se le vittime siano costituite da anziani pedoni o ciclisti piuttosto che da giovani motorizzati. Si può poi arrivare al caso estremo in cui l’incidentalità è prevalentemente legata a una struttura extra-territoriale quale un’autostrada: in questa situazione, sia per la impossibilità di intervento sulla infrastruttura da parte dell’amministrazione locale, sia perché i cittadini coinvolti negli incidenti sono quasi esclusivamente estranei alla realtà territoriale specifica, il problema potrebbe essere avvertito come non proprio o giustificare esclusivamente interventi di ottimizzazione del servizio di emergenza/urgenza.
  • Attraverso una spesa e un numero significativo di iniziative, la Regione Emilia-Romagna e gli Enti locali hanno introdotto e diffuso una cultura della sicurezza stradale, intesa come accettazione delle regole di convivenza civile sulla strada e come rispetto della vita propria e altrui. Gli interventi necessitano comunque di un maggiore coordinamento tra i diversi settori e livelli dell’amministrazione pubblica e gli altri interlocutori interessati, così come è opportuno concordare azioni volte alla valutazione di efficacia delle diverse misure adottate, come previsto anche dal Programma 1997-2001 della Commissione europea. Spesso inoltre, a questo proposito, si dimentica che il tema della valutazione dell’efficacia nella prevenzione degli incidenti stradali si presenta come un elemento particolarmente complesso, in quanto in molti casi la valutazione deve inglobare, accanto alle prestazioni della misura preventiva propriamente detta (ad esempio la cintura di sicurezza), anche le azioni necessarie alla loro reale diffusione.
  • Il coinvolgimento sistematico delle strutture del Servizio sanitario regionale (SSR) sul tema della sicurezza stradale è limitato alle azioni del solo sistema di emergenza/urgenza, mentre è del tutto episodica (e non coinvolge in modo coordinato tutte le competenze disponibili) la loro partecipazione in azioni di prevenzione. La nuova strategia per il SSR delineata dal Piano sanitario nazionale (PSN) e dal Piano sanitario regionale (PSR) indica invece che, in numerose azioni a finalità conoscitivo-preventive (quali ad esempio l’epidemiologia e la comunicazione del rischio), le strutture sanitarie devono ricoprire un ruolo specifico indispensabile, ma comunque complementare a quello di altre istituzioni (Enti locali, Forze di polizia, ecc.) e trovano giustificazione/utilizzo all’interno di azioni coordinate interistituzionali quali quelle prefigurate dal Patto per la salute, che nel caso degli incidenti stradali diventa Patto per la sicurezza stradale.

La sicurezza dei trasporti, come è noto, costituisce una materia che implica problematiche e relazioni complesse e non può essere ricondotta a un unico fattore causale, per quanto significativo esso possa essere.

Al suo interno si ritrovano e si incrociano infatti aspetti tecnici legati alla programmazione, alla progettazione e alla gestione delle infrastrutture; aspetti culturali legati ai comportamenti dell’utenza (si pensi a quelli dell’utenza giovane tutti giocati su un immaginario che attribuisce valori positivi alla messa in gioco della vita in azioni ad alto rischio); e aspetti organizzativi legati alla prevenzione, al controllo, alla vigilanza, ai servizi di pronto intervento e di assistenza sanitaria.

La necessità di doversi confrontare con una materia così complessa, la gravità del fenomeno sul territorio regionale e il conseguente emergere di una maggiore consapevolezza collettiva delle sue drammatiche conseguenze ha portato la Regione Emilia-Romagna alla stesura di uno specifico impianto legislativo: la LR n. 30 del 20 luglio 1992, “Programma di interventi per la sicurezza dei trasporti”.

Poche cifre, peraltro già note, sono sufficienti per comprendere le motivazioni che stanno alla base di questa iniziativa legislativa: circa 21.000 incidenti, 30.000 feriti e 800 morti all’anno (dato medio annuale nel periodo 1991-1998) collocano l’Emilia-Romagna tra le regioni italiane con la più alta concentrazione di incidenti.

Nell’ambito del Programma, a tutt’oggi sono state realizzate attività educative e formative (corsi di educazione stradale nelle scuole, in collaborazione con i Provveditorati della Regione), promozionali e pubblicitarie (la cosiddetta Campagna Toscani contro le stragi del sabato sera), editoriali (i volumi Emilia-Romagna in bicicletta, guida alla rete regionale delle vie ciclabili, e Voglia di sicurezza, lo studio denominato Progetto Romea. Studio pilota di Road Safety Impact Assessment, i Quaderni della sicurezza stradale sull’incidentalità stradale in Emilia-Romagna, lo studio relativo a “Metodi e tecniche per progettare una città senza incidenti”), e soprattutto di riqualificazione delle infrastrutture stradali, con interventi sulla piattaforma, l’installazione di sistemi di gestione automatizzata, la rilevazione e il controllo del traffico, e azioni di informazione ai conducenti.

In poco più di un quinquennio, che deve essere considerato un tempo breve per la realizzazione di interventi infrastrutturali (a motivo dei tempi amministrativi e tecnici necessari alla loro realizzazione), la Regione ha così esaminato oltre 500 progetti e realizzato, in collaborazione con gli Enti locali, circa 300 interventi, per un ammontare complessivo di quasi 100 miliardi, dei quali più di 40 a carico della Regione stessa.

 

Obiettivi e azioni

Gli obiettivi generali che devono guidare le azioni della Regione sono: 

  • perseguire la riduzione del numero di decessi secondo l’applicazione a livello regionale degli obiettivi posti per il livello nazionale dalla Unione europea e dal Piano sanitario nazionale, nonché delle conseguenze sullo stato di salute delle vittime di incidenti stradali;
  • realizzare politiche che portino alla riduzione del numero di incidenti stradali;
  • migliorare le azioni di assistenza e sostegno nei confronti delle vittime degli incidenti e delle loro famiglie.

 

Azioni prioritarie

Per raggiungere gli obiettivi indicati è necessario intraprendere una serie di azioni che avranno come protagonisti tutti gli attori sociali - istituzionali e professionali - che riusciranno a integrarsi tra loro nelle diverse realtà locali, per concordare e sostenere azioni comuni per la prevenzione degli incidenti stradali.

La prima azione da perseguire è quindi quella di mettere in rete i partecipanti al Patto per la sicurezza stradale ai diversi livelli di azione territoriale e amministrativa, tenendo debito conto delle esperienze già avviate autonomamente da soggetti diversi, e promuovendo tavoli di confronto e azioni comuni secondo le diverse competenze.

Un primo livello di integrazione da garantire è quello regionale, sia per un’esigenza di coordinamento degli interventi normativi, di indirizzo e finanziari propri dell’amministrazione regionale, sia per fornire il necessario supporto culturale, formativo, metodologico ma anche strumentale e di servizio tecnologico alle realtà locali impegnate nel progetto.

Un secondo livello necessario di integrazione è quello del sistema informativo regionale e locale, che va opportunamente adeguato per aumentare il livello generale e particolare di conoscenza del fenomeno e per garantire quindi la fornitura di informazioni utili per individuare le priorità nelle azioni di governo a tutti i livelli amministrativi.

La presenza in Emilia-Romagna di un cospicuo patrimonio di conoscenze e professionalità (in EELL, Istituti di ricerca universitari, ecc.) pone l’esigenza di un collegamento e di un’integrazione fra le tematiche di studi e ricerche e la prevenzione degli incidenti stradali e dei loro esi ti; è quindi opportuno avviare un’azione integrata di ricerca e sviluppo per la prevenzione degli incidenti stradali e dei loro esiti.

Le azioni che possono incidere concretamente sul fenomeno, consentendo di raggiungere gli obiettivi prefissati, sono trattate nel Capitolo 8 “Azioni prioritarie” e riguardano: attività educative e informative, miglioramento del sistema infrastrutturale viario, coordinamento delle Forze di polizia, attività di assistenza. Si ritiene quindi che debba essere favorito lo sviluppo di iniziative di prevenzione di carattere istituzionale e di governo del territorio, oltre che informative/educative, per migliorare, oltre ai comportamenti e agli stili di vita, anche le condizioni di rischio ambientali.

 

Data di pubblicazione:
30/05/2001
Tipo di pubblicazione:
rapporti, linee guida, documenti tecnici
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ultima modifica 2019-01-17T13:46:19+01:00
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