Dossier n. 104/2005 - Sorveglianza e controllo delle infezioni ospedaliere in terapia intensiva

Descrizione/Abstract:

Nel 2002 è stata condotta un’indagine conoscitiva che ha coinvolto tutte le 39 Unità di terapia intensiva (TI) dei presidi ospedalieri pubblici dell’Emilia-Romagna, con l’obiettivo di descrivere le attività di sorveglianza e controllo delle infezioni portate avanti in quei reparti. Le informazioni sono state rilevate mediante interviste condotte dal medico coordinatore del Comitato di Controllo delle infezioni e dall’infermiera addetta (ICI), rivolte al responsabile della terapia intensiva, a un referente medico dell’équipe della terapia intensiva, alla caposala del reparto e all’infermiera diurnista.

L’indagine ha messo in evidenza come la prevenzione e il controllo delle infezioni nelle terapie intensive della regione rappresentino un tema all’attenzione dei responsabili medici e dei coordinatori infermieristici, e come in generale vi sia una buona adesione alle misure raccomandate.

Sono tuttavia emerse alcune aree che necessitano di interventi migliorativi.

  • È opportuna una maggiore integrazione tra i referenti medici e infermieristici per il controllo delle infezioni nelle TI e il gruppo operativo aziendale per il controllo delle infezioni, così come della terapia intensiva con i servizi di microbiologia e farmacia. Sebbene tutti gli ospedali dispongano infatti di un Comitato di Controllo delle infezioni ospedaliere attivo (CIO), del referente medico di direzione e dell’ICI, i rapporti del CIO con i referenti delle TI sono sporadici, con una conseguente limitazione dell’effettiva capacità operativa.
  • Vanno attuati interventi formativi e definiti con maggiore precisione protocolli e procedure operative specifiche. È stata infatti riscontrata una carenza di iniziative formative specifiche sulla prevenzione e diagnosi delle infezioni più frequenti in TI, e una carenza di linee guida validate dalla Direzione medica o tratte da linee guida internazionali. In particolare, il 69,3% delle Unità di terapia intensiva ha a disposizione protocolli infermieristici per la prevenzione delle infezioni respiratorie, ma solo il 37% di esse ha criteri espliciti per la diagnosi di infezione delle vie respiratorie, indispensabili per effettuare un’adeguata terapia e sorveglianza. Meno del 30% delle TI ha attivato una politica antibiotica basata sulla definizione di un protocollo per la profilassi e la terapia.
  • Vanno progressivamente eliminate le pratiche assistenziali la cui efficacia non è dimostrata e che tolgono tempo e risorse ad attività utili a ridurre realmente il rischio di infezione quali: la sorveglianza della colonizzazione in assenza di programmi di decontaminazione selettiva intestinale, la rotazione dei disinfettanti, l’utilizzo di precauzioni di barriera massime per l’inserimento del cateterismo vescicale, l’adozione di misure di barriera generica per l’accesso al reparto.
  • È importante l’adozione di misure più aderenti agli standard per quanto concerne l’igiene delle mani, le metodiche di pulizia, disinfezione e sterilizzazione, l’adozione delle precauzioni standard, la gestione dei dispositivi medici per la ventilazione meccanica e di quelli per gli accessi vascolari, il cateterismo vescicale.

Di notevole rilevanza è il fatto che il 70% dei responsabili delle Unità di terapia intensiva dell’Emilia-Romagna ritiene che la Regione dovrebbe attivare un sistema regionale di sorveglianza delle infezioni come attività prioritaria per offrire un supporto ai programmi di controllo a livello locale. Disporre di dati sulle caratteristiche epidemiologiche delle infezioni nel tempo consentirebbe infatti di monitorare l’esito degli interventi effettuati.

 

Data di pubblicazione:
28/02/2005
Tipo di pubblicazione:
rapporti, linee guida, documenti tecnici
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ultima modifica 2019-01-16T15:21:22+02:00
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