Dossier n. 196/2010 - Evoluzione delle Unità di terapia intensiva coronarica in Emilia-Romagna. Analisi empirica dopo implementazione della rete cardiologica per l’infarto miocardico acuto

Descrizione/Abstract:

Una delle sfide che il Sistema sanitario della Regione Emilia-Romagna ha affrontato negli ultimi tempi interessa il profondo processo di trasformazione che ha coinvolto l’assistenza in ambito cardiologico e, di conseguenza, i servizi preposti al trattamento delle malattie cardiovascolari acute e croniche.

In particolare, in questi anni le Unità di terapia intensiva coronarica (UTIC), nate negli anni ‘60 per garantire diagnosi precoce e trattamento delle complicanze aritmiche dell’infarto miocardico acuto (IMA), hanno fortemente cambiato il loro profilo a causa di due elementi: l’avvento dei trattamenti di riperfusione coronarica (trombolisi e angioplastica) e l’invecchiamento della popolazione che ha reso necessario un approccio alla polipatologia e alla cronicizzazione di tipo multidisciplinare e innovativo per le tecnologie utilizzate e per le richieste competenze professionali sempre più specialistiche.

In ottemperanza alle disposizioni del Piano sanitario regionale 1999-2001, dal 2003 in Emilia-Romagna è stata formalizzata la rete integrata per la gestione dell’IMA con ST sovraslivellato (STEMI) secondo il modello organizzativo hub & spoke con l’obiettivo di promuovere e sostenere, sulla base del principio di equità, maggiore accessibilità ai trattamenti di riconosciuta efficacia, tempestività dell’intervento e riduzione della mortalità (Progetto PRIMA-RER). Nell’ambito della rete integrata dei servizi per l’emergenza/urgenza cardiologica, l’UTIC è diventata la struttura assistenziale di riferimento per la cardiopatia acuta coronarica e non, e - sulla base della complessità assistenziale erogata - è stata distinta in:

  • UTIC di tipo hub, prevalentemente orientata a garantire la qualità delle strategie di riperfusione e la gestione delle complicanze dell’IMA, e quindi dotata di laboratorio di emodinamica;
  • UTIC di tipo spoke, prevalentemente orientata alla funzione di “nodo” della rete e alla gestione delle patologie acute cardiovascolari che non necessitano di rivascolarizzazione.

Con la finalità di valutare la dimensione e la direzione dei processi di riorganizzazione delle UTIC dell’Emilia-Romagna nel periodo compreso tra l’avvio del Progetto PRIMA-RER e il successivo assetto organizzativo, in questo rapporto è presentata un’analisi descrittiva relativa agli anni 2002-2009, basata prevalentemente sulle schede di dimissione ospedaliera (SDO). L’analisi empirica si è concentrata sull’andamento dei flussi di ricoveri che transitano in strutture dotate di UTIC e, con riferimento sia a volumi complessivi regionali sia all’attività rilevata per singola azienda e reparto UTIC, sono stati valutati:

  • la composizione della casistica assistita secondo la classificazione delle diagnosi in tre gruppi: sindromi coronariche acute (SCA) STEMI, noSTEMI, ricoveri non correlati a SCA;
  • la tipologia di percorsi assistenziali (trasferimenti tra strutture ospedaliere di tipo hub e/o di tipo spoke).

Queste analisi, generate dall’integrazione di fonti amministrative, dimostrano come sia possibile la visione complessiva dell’iter assistenziale di specifiche categorie di pazienti all’interno della rete interospedaliera regionale ed evidenziano come lo sviluppo della rete abbia in questi anni permesso di raggiungere importanti risultati clinici, attestati dall’aumento significativo delle PCI primarie (+51,7%) e dei pazienti con SCA che entrano in rete (79%) e dalla riduzione della mortalità (STEMI -2,7% a 30 giorni, -3% a 1 anno).

Allo stesso tempo, questo processo ha influenzato il disegno dei rapporti tra i nodi della rete e il percorso che in essa compiono i pazienti, determinando importanti implicazioni sull’assetto dei servizi assistenziali. In definitiva, il trattamento in urgenza dell’IMA/STEMI è sempre più caratterizzato da una concentrazione delle attività nelle UTIC hub (+3,3%), ove si è verificato un aumento degli episodi di assistenza (+19,8%) come espressione del percorso fast di accesso diretto al laboratorio di emodinamica. Allo stesso tempo è presente una riduzione della quota di pazienti assistita nel solo contesto dello spoke, che nel 2009 ha raggiunto il 19%.

Queste trasformazioni hanno profondamente modificato l’uso dei servizi cardiologici, in particolare delle UTIC periferiche, e oggi devono essere accompagnate da una ridefinizione del ruolo e delle funzioni delle UTIC, funzionali a vecchi processi, e dell’attività e delle competenze dei cardiologi che vi operano.

Il presente rapporto vuole offrire spunti di riflessione alle Aziende del Servizio sanitario dell’Emilia-Romagna sull’evoluzione delle terapie intensive cardiologiche all’indomani della realizzazione della rete assistenziale per l’IMA in regione, essere un utile strumento per valutare le performance delle strutture sanitarie coinvolte nel processo e, in sintesi, contribuire a “ripensare alcune funzioni e modalità di funzionamento degli ospedali”, così come declinato nelle Linee di programmazione delle Aziende del Servizio sanitario regionale per l’anno 2009.

 

Data di pubblicazione:
04/09/2010
Tipo di pubblicazione:
rapporti, linee guida, documenti tecnici
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