La mappa dei rischi

L’intrinseca complessità del tema della gestione del rischio, oltre che la rilevazione e la molteplicità delle conseguenze dovute alle azioni messe (o non messe) in atto, impongono alle organizzazioni sanitarie la capacità non soltanto di attuare specifiche iniziative di contrasto a specifici problemi ma soprattutto di elaborare delle vere e proprie strategie, compiutamente rappresentate in programmi aziendali.

Questa capacità di elaborazione strategica richiede inoltre la combinazione di una serie di elementi informativi (dai dati disponibili a livello aziendale oltre che delle valutazioni soggettive dei professionisti) che consentano una analisi comparativa, il più possibile formale, delle diverse tipologie di criticità che l’organizzazione deve affrontare, come necessario presupposto alla definizione degli ambiti prioritari di possibile intervento.

E’ nel sostegno a questa capacità strategica che l’approccio proposto può trovare la propria adeguata collocazione nel novero delle diverse tecniche e metodologie utilizzabili per la valutazione degli eventi critici, delle loro cause e delle loro conseguenze, a supporto della funzione aziendale di gestione del rischio.

La possibilità di costruzione di un quadro aziendale che dia il profilo dei rischi presenti nei contesti clinici è anche un modo ulteriore, e potenzialmente molto efficace, di valorizzare il contributo dei professionisti (rappresentato dalle loro specifiche conoscenze dei fenomeni in questione) e di consolidare negli operatori una maggior consapevolezza circa le caratteristiche rilevanti del loro contesto assistenziale.

In conclusione, la mappa che si ottiene, diversamente da quelle della letteratura di avventura, non porta ad un tesoro; piuttosto mette a frutto i tesori già disponibili, e spesso poco sfruttati, a livello aziendale: la ricchezza dei flussi informativi e delle conoscenze tacite dei professionisti.

(SINTESI)