Dossier n. 33/1997 - Processi comunicativi negli screening del tumore del collo dell'utero e della mammella (parte generale). Proposta di linea guida

Descrizione/Abstract:

Gli screening oncologici sono interventi di sanità pubblica di grande impegno e larga diffusione. L´Emilia-Romagna ha attivato programmi nella maggior parte delle aziende sanitarie, mirati al tumore della mammella e del collo dell´utero. In Toscana, soprattutto a Firenze, e a Torino vi è una esperienza di lunga data. Programmi importanti sono in corso in altre aree del paese.

Giustamente una crescente attenzione è riservata alla qualità delle tecnologie utilizzate negli screening. Ma per la loro buona riuscita è determinante anche il comportamento dei soggetti coinvolti e il mantenimento di relazioni di fiducia fra tutti.

Nella maggioranza dei casi non vi è ancora la convinzione che la comunicazione e il consenso informato siano elementi fortemente correlati con i valori, il funzionamento e il successo dei programmi di screening. Di conseguenza questi aspetti non ricevono la cura e gli investimenti di competenze e risorse di cui ci sarebbe bisogno. Anche se diverse esperienze in questo senso sono state realizzate, spesso hanno avuto carattere sporadico e hanno riguardato prevalentemente le fasi di avvio dei programmi. Inoltre esse sono state spesso delegate a esperti di comunicazione e di marketing, senza una particolare attenzione ai contenuti connessi al problema.

Questo documento ha l´obiettivo di indicare indirizzi per la progettazione, la realizzazione e la valutazione delle azioni comunicative necessarie negli screening oncologici del tumore del collo dell´utero e della mammella. Esso costituisce la parte generale di una proposta di Linee guida che dovranno includere successivamente anche indicazioni operative dettagliate.

La comunicazione viene qui considerata come l´insieme delle relazioni e dei flussi informativi che legano i soggetti coinvolti nei programmi di screening. Si è voluto in questo modo utilizzare un solo termine comprensivo di diversi aspetti: l´informazione, l´educazione alla salute, le campagne di comunicazione di massa, le relazioni interpersonali, ecc.

I principali interessati sono gli operatori sanitari, e in particolare coloro che sono direttamente coinvolti nel funzionamento di quelle strutture organizzative (che in questo documento vengono chiamate "Unità di Screening") a cui sono affidate le funzioni di promozione e coordinamento delle attività. La loro capacità di integrare le competenze e le risorse disponibili è, infatti, l´elemento centrale di tali programmi.

La prima versione di questo testo è stata predisposta a seguito di un corso per operatori delle aziende sanitarie della Regione Emilia-Romagna e della Regione Toscana impegnati nell´organizzazione di programmi di screening. Il corso si è tenuto a Porretta Terme, nell´Appennino tosco-emiliano, dal 19 al 21 febbraio 1996, e vi hanno preso parte anche rappresentanti di associazioni di volontariato.

Il testo è stato quindi inviato per una prima consultazione ai membri del Gruppo screening della Commissione oncologica regionale dell´Emilia-Romagna, e ad altri esperti di Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Toscana.

Un seminario, che si è tenuto a Ravenna il 7 maggio 1996, ha permesso di revisionare il testo e di ottenere la versione che viene presentata in questo volume.

Il coordinamento di questa iniziativa è stato curato dal Centro di documentazione per la salute di Bologna e dal Centro per lo studio e la prevenzione oncologica di Firenze, che si pongono anche l´obiettivo di favorire una attività di documentazione, in particolare attraverso la raccolta di materiale educativo e informativo prodotto in Italia e all´estero, e di offrire sostegno a coloro che avviano, a livello regionale e locale, iniziative di screening in oncologia. 

 

Data di pubblicazione:
10/11/1997
Tipo di pubblicazione:
rapporti, linee guida, documenti tecnici
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