Utilizzo di gel idroalcolico nelle strutture sociosanitarie
Molti studi hanno dimostrato che praticare una corretta igiene delle mani rappresenta la misura più efficace per ridurre il rischio di trasmettere microrganismi potenzialmente patogeni in qualsiasi ambito di cura (ospedali, ambulatori, strutture residenziali per anziani, assistenza domiciliare, ecc.).
Sorveglianza e promozione
La Regione Emilia-Romagna (RER) promuove e monitora le attività relative all'igiene delle mani, in ambito sanitario, seguendo le indicazioni dell’OMS (Organizzazione mondiale della sanità).
In particolare, attraverso l’adozione di un sistema di sorveglianza del consumo di soluzione idroalcolica per l’igiene delle mani in tutte le strutture sanitarie regionali (ospedali, residenze sociosanitarie e socioassistenziali) e la promozione continua del suo uso nelle attività assistenziali, intende favorire la sicurezza e la tutela della salute dei cittadini, dei lavoratori e di tutta l’utenza.
A partire dal 2018, l’Agenzia sanitaria e sociale e la Direzione generale cura della persona, salute e welfare della Regione Emilia-Romagna rilevano i consumi annuali di gel idroalcolico per l’igiene delle mani nelle Case residenza per anziani (CRA). L’indicatore è stato incluso nel Piano regionale della prevenzione 2015-2019 dell’Emilia-Romagna e successivamente in quello 2021-2025.
Consumi 2019
A tre anni di distanza, l’Agenzia, in collaborazione con la Direzione generale, pubblica un rapporto sui consumi regionali di soluzione idroalcolica per l’igiene delle mani. La rilevazione ha coinvolto tutte le Aziende sanitarie della Regione e una quota rilevante delle strutture sociosanitarie accreditate invitate: 59,5% su un totale di 343 strutture.
Il consumo mediano regionale è risultato essere pari a 3 litri su 1.000 giornate di effettiva presenza degli ospiti, mantenendosi costante rispetto ai valori del 2018. Nel triennio 2017-2019 si rileva una grande variabilità tra le strutture.
La sorveglianza condotta in Emilia-Romagna si è dimostrata fattibile e sostenibile nel tempo, nonostante la temporanea interruzione dovuta all’evento pandemico che ha fortemente condizionato le priorità assistenziali e di sistema tra il 2020 ed il 2021.