Ospedali di comunità
Da diversi anni sono in corso a livello internazionale numerose sperimentazioni di modelli organizzativi integrati sanitari e sociali di cure intermedie che si collocano tra l’assistenza domiciliare e l’ospedalizzazione, finalizzate a garantire una più appropriata assistenza territoriale ed una maggiore continuità assistenziale.
Il Piano Sanitario Nazionale 2011-13 e le indicazioni attuative del Piano sociale e sanitario Regionale per il biennio 2013-2014 sottolineano che il potenziamento della rete assistenziale territoriale si deve avvalere della realizzazione di strutture territoriali di riferimento per l’erogazione dell’assistenza primaria (Case della Salute) e di strumenti di continuità delle cure e di integrazione ospedale-territorio, come l’attivazione di posti letto intermedi sanitari territoriali (Ospedali di Comunità all’interno delle cure intermedie).
La regione Emilia-Romagna, con DGR 284/2013 ha contribuito al percorso di ridefinizione dei servizi territoriali e della rete ospedaliera, istituendo gli Ospedali di Comunità, dal 2013 ad oggi ne sono stati attivati 20 ed è stato istituito il flusso informativo regionale SIRCO (Sistema Informativo Regionale Ospedali di Comunità), per il monitoraggio dell’attività assistenziale erogata dagli Ospedali di Comunità. Il nuovo PSSR 2017-2019 prevede una valutazione dell’impatto degli ospedali di comunità e l’identificazione e sperimentazione di innovazioni assistenziali, tecnologiche e organizzative, in alcuni ambiti prioritari.
Obiettivi saranno:
- descrizione della casistica che transita negli Ospedali di Comunità e dei suoi percorsi nella rete dei servizi
- individuazione di indicatori di processo e di esito per la valutazione di impatto
- confronto la Direzione Generale Cura della Persona, Salute e Welfare
- confronto con gli operatori di tre Ospedali di Comunità (San Secondo-Parma, Castelfranco Emilia-Modena e Forlimpopoli-Forlì).
Consulta anche
- Laboratorio italo-brasiliano di formazione, ricerca e pratiche in salute collettiva