Monitoraggio dell’impatto indiretto dell’epidemia da COVID-19

Il rapporto descrive il quadro dell’accesso alle strutture ospedaliere durante il primo trimestre 2020 nella regione Emilia-Romagna

E’ stato pubblicato un rapporto sull'accesso alle strutture ospedaliere della regione Emilia-Romagna nel primo trimestre 2020; sono stati utilizzati per l’analisi i sistemi informativi regionali del Pronto soccorso (PS) e delle schede di dimissioni ospedaliere (SDO).

L’epidemia da Coronavirus-19 (COVID-19), che si è diffusa in Italia a partire da gennaio 2020, ha avuto un impatto sia diretto che indiretto sulla salute e sul sistema sanitario. Per monitorare gli effetti collaterali dell’epidemia è stato costituito un gruppo di lavoro interregionale, MIMICO-19 (Monitoraggio impatto indiretto Covid-19, coordinato dal Servizio Sovrazonale di Epidemiologia SCaDU, ASL TO3, Regione Piemonte). Obiettivo del gruppo di lavoro, di cui la regione Emilia-Romagna fa parte insieme a Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, Puglia e Sicilia, è stato identificare e monitorare tempestivamente alcuni indicatori sentinella dell’assistenza ospedaliera. I primi risultati della ricerca sono stati inclusi in un paragrafo del “Rapporto annuale 2020 - La situazione del Paese” prodotto dall’ISTAT (2020) e in un contributo disponibile sul repository della rivista Epidemiologia&Prevenzione (Spadea et al., 2020).

Questo rapporto descrive il quadro dell’accesso alle strutture ospedaliere durante il primo trimestre 2020 nella regione Emilia-Romagna.

L’analisi degli accessi ai PS della regione Emilia-Romagna ha evidenziato, a partire dalla fine di febbraio 2020, una riduzione del ricorso al PS che ha riguardato soprattutto gli accessi di complessità bassa e intermedia (codici bianchi, verdi e gialli) mentre i codici rossi hanno mostrato un andamento sostanzialmente sovrapponibile a quello del biennio precedente. Il numero di ricoveri per patologie e interventi a carico del sistema cardiovascolare, diabete e frattura del collo del femore hanno mostrato una generale tendenza alla riduzione, non accompagnata da un peggioramento degli indicatori di processo ed esito che sono rimasti invariati. L’analisi degli interventi di chirurgia programmata ha evidenziato una riduzione del volume delle procedure di circa l’80%, nel mese di marzo 2020: tuttavia, mentre gli interventi non urgenti sono calati drasticamente, l’offerta della chirurgia oncologica sembra essere rimasta invariata nella maggior parte delle sedi, suggerendo che i marcati cali degli interventi sono principalmente da ascrivere alle direttive di sospensione della chirurgia non urgente.

Dalla lettura dei dati raccolti possono essere tratte alcune considerazioni che potranno essere utili per affrontare nuovi focolai e/o nuove epidemie e cercare di mitigare il potenziale impatto negativo soprattutto sulle categorie di pazienti più vulnerabili.

 

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ultima modifica 2020-08-04T09:49:34+02:00
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