Equità e diversità: stategie, pratiche organizzative e strumenti
La scelta teorica ed empirica che dà corpo al programma regionale può essere riassunta dalla affermazione di Sennett (2003) che “diversi si nasce, disuguali si diventa”: benché la nostra società tenda a presentare le disuguaglianze come un dato di fatto, queste sono in realtà il risultato di una serie di interazioni rituali localizzate, cioè collettivamente costruite e organizzate nello spazio e nel tempo.
L’interesse quindi si rivolge all'agire organizzativo, sulla scorta delle strategie tracciate dall'OMS per tradurre in pratica il concetto di equità (“Governance for health equity”, 2014) e che costituiscono l’impianto del Piano Sociale e Sanitario Regionale, ovvero:
- politiche e programmi intersettoriali
- approccio intersectional (intercategoriale e non targettizzante)
- pratiche empowering
- lavoro di rete
- promozione di comportamenti proattivi.
In questo senso è già stata avviata negli anni un’azione di supporto alle aziende sanitarie della Regione tramite il coordinamento dei referenti aziendali per l’equità, il sostegno alla ristrutturazione dei dispositivi organizzativi quali i board e i piani aziendali delle azioni per l’equità, l’attivazione di percorsi formativi sugli strumenti di valutazione dell’equità nel sistema dei servizi e il coordinamento delle azioni di equità all'interno del Piano regionale della prevenzione.
A questo si aggiunge l’attivazione del coordinamento regionale Medicina di genere ed equità e del gruppo di lavoro regionale sul diversity management, nonché le prime sperimentazioni di rilevazione tramite indicatore EDI (Early Development Instrument) del grado di vulnerabilità dei bambini della Regione.
Allo stadio attuale, alcune partite restano ancora aperte, sia per la necessità di un monitoraggio e un supporto costante, sia per il recente stadio di attivazione. Nello specifico:
- Le azioni di sistema e locali per il mantenimento dell’approccio di equità richiedono di essere continuamente coordinate e sostenute
- L’approccio della medicina di genere richiede una condivisione a livello regionale e una diffusione sempre più ampia
- L’approccio del diversity management ha trovato una sua collocazione in termini di supporto alle transizioni delle persone che lavorano nel sistema dei servizi, ma tale inquadramento va condiviso e diffuso
- La sorveglianza del benessere e della vulnerabilità infantile deve diventare un flusso informativo strutturato e possibilmente un ulteriore elemento di programmazione locale dei servizi
- Le attività finalizzate all'eliminazione delle barriere fisiche, sensoriali, informative e relazionali a livello locale richiedono di essere implementate e monitorate, in base a un approccio equity oriented.
Azioni attive / Progetti
- Approccio equity oriented
Promozione di strumenti e metodologie che rendano coerenti indirizzi, programmazione e interventi - Medicina di genere
Promozione di un approccio di genere nell'ambito organizzativo e professionale della sanità - Early Development Instrument (EDI)
Implementazione di un sistema di sorveglianza delle disuguaglianze e del benessere e della vulnerabilità in età infantile
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