Equità, dialogo e partecipazione

Governance per l’equità

Strategie e prospettive per promuovere equità nei servizi per la salute

Equità in salute

Il concetto di equità si riferisce, in senso generale, all’assenza di differenze evitabili, ingiuste o rimediabili tra gruppi di persone causate da fattori sociali, economici, demografici, geografici ecc. Nell’ambito dei sistemi sanitari, per equità in salute si intende la capacità di raggiungere il pieno potenziale di salute e benessere, senza che qualche persona risulti svantaggiata o vulnerabile.  

Nel contesto italiano, il concetto di equità è posto come principio fondante del Servizio sanitario nazionale (SSN) fin dalla sua legge istituente n. 833 del 1978, al pari dell’universalismo e dell’uguaglianza. Gli ambiti di applicazione vanno oltre l’idea della facilitazione dell’accesso a prestazioni e servizi, estendendosi anche agli esiti di salute effettivamente raggiunti e alla distribuzione delle risorse, affinché queste siano allocate in modo proporzionale ai bisogni dei diversi gruppi di popolazione.  

Di conseguenza, il principio di equità è anche un corollario dei principi organizzativi del sistema: centralità della persona, responsabilità pubblica nella tutela del diritto alla salute, collaborazione tra i livelli di governance, valorizzazione di professionalità e competenze, integrazione tra ambiti sanitario, sociale e sociosanitario.  

Equità in tutte le politiche

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riconosce che le disuguaglianze in salute sono strettamente legate a cinque ambiti fondamentali:  

  • reddito e protezione sociale,
  • condizioni ambientali e abitative,  
  • capitale umano e sociale,  
  • organizzazione e l’accessibilità dei servizi,  
  • condizioni di lavoro.  

Esiste pertanto un gradiente socioeconomico delle disuguaglianze la cui riduzione richiede di affiancare all’offerta universalistica di servizi per la salute la redistribuzione di risorse in base ai bisogni riscontrati nelle diverse fasce di utenza.   

Realizzare un universalismo proporzionale richiede di superare una visione dell’utenza basata su categorie come anziani, adolescenti, persone con disabilità e adottare, invece, approcci capaci di cogliere la complessità delle condizioni individuali. Due chiavi fondamentali in questo senso sono:  

  • La capacità di leggere come le diverse variabili età, genere, reddito, disabilità, provenienza geografico-culturale ecc., si intrecciano nell’ostacolare o favorire salute e benessere (intersezionalità). 
  • Il grado di autonomia con cui le persone accedono ai servizi e ne traggono beneficio, così come la misura in cui i servizi si attivano per valorizzare le risorse e le potenzialità presenti (capacitazione). 

La governance per garantire equità in salute prevede responsabilità diffusa tra diversi livelli e attori sociali (organizzazioni, istituzioni politiche e sanitarie, terzo settore, singoli cittadini) e richiede di porre attenzione ai meccanismi di accountability, alla coerenza tra le politiche di intervento in tutti i livelli del sistema e alla partecipazione delle comunità. 

Il concetto di “equità in tutte le politiche” si innesta su questa visione e ricollega la salute ai sistemi sociali di cui le persone fanno parte.  

L’assetto regionale

In Emilia-Romagna, le disuguaglianze sociali rappresentano un tema cruciale per le politiche pubbliche. Contrastarle è un potenziale guadagno in salute a livello di popolazione, per questo, la Regione prevede:  

  • Azioni mirate a trasformare il sistema nel suo complesso, non solo indirizzate su ambiti specifici di vulnerabilità e iniquità. 
  • Azioni orientate all’esterno e all’interno di organizzazioni e istituzioni, verso le persone che utilizzano i servizi e che nei servizi lavorano.

La riduzione delle disuguaglianze è un asse centrale del Piano sociale e sanitario regionale e del Piano regionale della prevenzione. 

Si interviene pertanto sulle leve della programmazione, della diffusione culturale, dello sviluppo di competenze e dell’analisi dei meccanismi organizzativi. Tale contributo viene svolto attraverso il raccordo con le aziende sanitarie e i settori regionali, in particolare di ambito sanitario e sociale oltre che statistico.

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ultima modifica 2025-10-03T15:09:29+02:00
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